Il vincitore del premio Bancarella torna con un feuilleton al cardiopalma sulla storia di Giacomo Casanova, in un mix tra Barry Lindon di Kubrick e i moschettieri di Dumas, come se fossero stati scritti da Lansdale e Tarantino
Siamo nella Venezia del ‘700, “quella di Vivaldi e Albinoni, di Tiepolo, Guardi e Canaletto e del teatro di Goldoni. Una Venezia di cui un romanziere non può che innamorarsi”.
Così ci racconta lo scrittore padovano Matteo Strukul che, dopo il grande successo dei romanzi storici dedicati alla famiglia fiorentina dei Medici che hanno venduto centinaia di migliaia di copie raggiungendo le vette delle classifiche in diversi paesi, torna in libreria con un romanzo che vi farà letteralmente innamorare di quel periodo, di questa città e del suo protagonista: “Giacomo Casanova. La sonata dei cuori infranti“.
La storia di Giacomo Casanova
“Siamo alla fine del 1700, Giacomo Casanova è tornato in città, e il precario equilibrio su cui si regge la Repubblica, ormai prossima alla decadenza, rischia di frantumarsi e degenerare nel caos. Lo scenario politico internazionale è in una fase transitoria di delicate alleanze e il disastroso esito della Seconda guerra di Morea ha svuotato le casse della Serenissima.
Il doge Francesco Loredan versa in pessime condizioni di salute, e l’inquisitore Pietro Garzoni trama alle sue spalle per ottenere il consenso all’interno del Consiglio dei Dieci e influenzare così la successione al dogado. Il suo sogno proibito è arrestare il seduttore spadaccino, e per far questo gli mette alle calcagna il suo laido servitore Zago. Casanova entra in scena prendendo parte a una rissa alla Cantina do Mori, la più antica osteria della laguna, per difendere una bellissima fanciulla, Gretchen Fassnauer, apparsa a consegnargli un messaggio: la contessa Margarethe von Steinberg vorrebbe incontrarlo. La nobile austriaca intende sfidarlo a una singolare contesa: se riuscirà a sedurre la bella Francesca Erizzo, figlia di uno dei maggiorenti della città, allora lei sarà sua. Casanova accetta, forte del suo impareggiabile fascino. È l’inizio di una serie di rocambolesche avventure che lo porteranno ad affrontare in duello Alvise, il focoso spasimante di lei, uccidendolo. Il guaio più serio e inaspettato è però un altro: Casanova, per la prima volta, si innamorerà davvero. Giacomo verrà incarcerato ai Piombi, mentre Francesca finirà murata in convento. Con il cuore spezzato, Casanova nutrirà il sospetto che l’intera vicenda sia stata architettata dalla diabolica contessa per toglierlo di mezzo. Evaso, si metterà sulle sue tracce e, fra inseguimenti, imboscate e intrighi notturni, arriverà ad affrontarla in un ultimo faccia a faccia mozzafiato: scoprirà di essere stato pedina in un gioco di spie fra Venezia e l’Impero Austriaco e infine si troverà ad accettare a sua volta un incarico della massima segretezza”.
Matteo Strukul, Premio Bancarella 2017, racconta di un Casanova sì galante rubacuori, ma ne delinea le caratteristiche più affascinanti e complete: “Il mio Casanova? Nasce dal desiderio di restituire l’intera complessità di questo personaggio, tra i più interessanti a livello internazionale mai esistiti. La sua fu un’esistenza complessa e non priva di problemi ma, al contempo, fu un grande viaggiatore, un ribelle che non voleva sottostare alle regole, amava tradizioni, usi e costumi diversi dai suoi, era un abile spadaccino, aveva una forte dimensione mistica, era un talentuoso violinista, laureato in legge, richiesto nei teatri veneziani e amante delle arti in generale”.
Giacomo Casanova: non solo un seduttore
Un personaggio complesso, da non ridurre allo stereotipo di mero seduttore: “Nessun autore aveva parlato di Casanova, recentemente, ed è una figura poco protagonista delle opere firmate da registi e letterati italiani. Il mio romanzo è nato per ricordarlo, raccontarlo e celebrarlo, come per omaggiare il Veneto e la Venezia del tempo”.
Il libro comprende una parte più storica, frutto di numerose ricerche effettuate dallo scrittore sulla vita di Casanova, in particolare sulla base della sua “Histoire de ma vie” ma anche da Alvise Zorzi e “La Repubblica del Leone”, dall’”L’inquisizione a Venezia” di Gian Nicola Pittalis, e una parte frutto del genio di Strukul volta ad approfondire un’ipotesi sul perché il nostro eroe finì ai Piombi.
La Venezia di ieri, come si differenzia da quella contemporanea?
“Quella città, e quel territorio in generale, fecero della cultura il proprio baluardo, cosa nella quale oggi sono impegnate numerose associazioni, ma con poco sostegno da parte delle istituzioni. Basti pensare che all’epoca furono costruiti centinaia di teatri in tutto il Veneto: oggi, invece, il teatro è fortemente in crisi, e piange il cuore solo a pensarci. Un possibile rilancio del Veneto potrebbe ripartire, a parer mio, proprio dalla Cultura e dal Turismo”.
E continua: “Sono da sempre molto legato al Veneto, la nostra è una regione epica legata alle tradizioni e al mondo agricolo, evoluta grazie alle piccole e medie imprese, e nei miei libri ci sono storie di questi posti, tra integrazioni culturali, misteri e criminalità”.
E così, tra canali immersi nella bruma e palazzi patrizi di sfolgorante bellezza, si staglia una Venezia settecentesca mai così seducente e spietata, Matteo Strukul fonde il feuilleton d’avventura con gli intrighi amorosi del romanzo libertino attraverso un appassionante intreccio di ricostruzione storica e invenzione, con un’ambientazione straordinaria, riccamente animata di personaggi dell’epoca, restituendo in modo potente, originale e modernissimo lo spirito del tempo.
Imperdibile!