Sono tante e diverse tra loro, caratterizzano l’area della regione e le zone vicine, dalle montagne alle città e sono uno dei simboli della tradizione e della storia di questo territorio: ecco le lingue del Veneto!
Nella Regione sono parlate, oltre all’italiano e al veneto, almeno altre cinque lingue: il cimbro, il ladino, il friulano e il tedesco. Oltre a queste, esistono alcune zone della provincia di Rovigo in cui si parla anche il dialetto ferrarese.
Nonostante la notevole pressione dell’italiano, il Veneto si caratterizza per una forte conservazione del proprio idioma storico, distinto in diversi dialetti. Secondo le statistiche, è compreso da quasi il 70% della popolazione,con un sostanziale bilinguismo veneto-italiano. La vivacità della lingua veneta è confermata dal fiorire di iniziative culturali ed editoriali che, soprattutto in questi ultimi anni, hanno visto un moltiplicarsi di pubblicazioni. La forte riscoperta delle identità storico-linguistiche è stata recentemente sancita da una legge della Regione Veneto, approvata dal consiglio regionale il 28 marzo 2007, volta alla valorizzazione, alla tutela e alla diffusione della lingua veneta.
Le altre lingue sono diffuse in aree molto limitate e parlate da minoranze che, spesso, antepongono ai loro idiomi l’italiano o il veneto stesso.
- La lingua ladina è senza dubbio la più viva ed è parlata in diversi comuni della Provincia di Belluno. Non è facile circoscrivere l’area ladina, poiché talvolta il veneto locale arriva a fondersi con questa lingua.
- Il cimbro è un dialetto bavaro tirolese un tempo assai diffuso nell’Altopiano dei Sette Comuni, in Lessinia e nelle località limitrofe. Entrato in crisi già secoli fa, attualmente è parlato solo da poche decine di persone, perlopiù anziane, residenti a Giazza (VR) e a Roana (VI).
- Un dialetto di tipo bavaro-tirolese è parlato anche dalla popolazione di Sappada (BL), comunità germanofona culturalmente molto vivace.
- il friulano è parlato lungo nei dintorni di Portogruaro ed è riconosciuto ufficialmente come lingua minoritaria e storica nei comuni di Cinto Caomaggiore, Teglio Veneto e San Michele al Tagliamento. In realtà, come per il ladino, anche l’area friulanofona è difficilmente definibile poiché è fortemente influenzata dal veneto.
- Il dialetto ferrarese è parlato nella Transpadana Ferrarese in provincia di Rovigo.
Se all’interno della Regione Veneto esistono diverse comunità allofone, specularmente, venetofone sono alcune aree delle regioni confinanti, in particolare il Friuli-Venezia Giulia occidentale e meridionale (gran parte delle province di Pordenone e Gorizia, tutta la zona costiera da Lignano Sabbiadoro fino a Muggia), il Trentino orientale e meridionale, e parte della provincia di Mantova. All’estero è venetofona la comunità italiana della Venezia Giulia in Slovenia (Istria) e in Croazia (Istria, Quarnaro e Dalmazia).
Le caratteristiche del veneto parlato
Il veneto parlato nella Regione Veneto si divide essenzialmente in quattro macroaree, ognuna con caratteristiche proprie, pur non perdendo la sostanziale unitarietà linguistica. L’area più vasta è quella centrale, comprendente la provincia di Padova e Vicenza, parte della provincia di Rovigo e parte della provincia di Venezia: tra i fenomeni più interessanti che la caratterizzano, oltre a una marcata conservazione delle vocali atone finali, vi è il fenomeno della metafonesi. Questa è invece assente nell’area veneziana, che si estende su tutta la laguna di Venezia, da Chioggia fino a Caorle e ha storicamente costituito il riferimento su cui si è modellata la koinè linguistica veneta. Da registrare in quest’area una minore conservazione della vocali atone finali. Questo fenomeno diviene ancora più marcato nelle altre due aree, quella settentrionale trevigiano-bellunese, in cui sono ancora vive le interdentali sorde e sonore, e quella veronese, in cui emerge talvolta il sostrato gallo-italico.
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