Da quel 5 novembre 1994 molti allievi si sono distinti in tutto il mondo, a fine settembre inizia la nuova stagione e a dicembre l’evento celebrativo con un’opera di Rodari. La fondatrice, pronipote del maestro Giuseppe Verdi: “Oggi abbiamo 650 iscritti in cinquanta corsi”. Le sedi in centro a Venezia, le collaborazioni con la Fenice e il Comune: la storia di un quarto di secolo di concerti
Era il 5 novembre del 1994 quando un gruppo di musicisti, dopo aver girato il mondo in tournée, decise di fondare a Venezia l’Accademia musicale Giuseppe Verdi. All’inizio furono anni duri: la prima sede era in una parrocchia, dove il sacerdote imponeva agli allievi la frequenza al catechismo e spegneva il riscaldamento d’inverno per non spendere troppo. Sembra passata un’era geologica da allora: oggi le sedi sono cinque, in palazzi meravigliosi a Venezia, la sede principale è a San Marco.
I fondatori sono rimasti al timone: Francesca Seri, la presidentessa, peraltro pronipote del Maestro Verdi, ma anche Vincenzo Caggiula, membro del consiglio direttivo.
Durante l’ultimo quarto di secolo oltre duemila studenti sono stati formati da centinaia di docenti. In occasione del compleanno, è stato programmato un momento ufficiale per spegnere le candeline: sarà infatti messa in scena al Teatro Goldoni il prossimo 18 dicembre un’operina classica per solisti, coro e orchestra, “L’Opera delle Filastrocche” su testi di Gianni Rodari per commemorarne il centenario della sua nascita, avvenuta nel 1920; musiche di Virgilio Savona.
“Festeggiamo avendo ben chiare le nostre priorità: mantenere un clima familiare con gli allievi, li seguiamo uno ad uno con estrema dedizione”, spiega la presidentessa Seri.
“Oggi abbiamo 35 docenti, tra i nostri motivi d’orgoglio il fatto che molti sono ex allievi che sono riusciti a farsi spazio nel difficilissimo mondo della musica”.
Radioso anche Vincenzo Caggiula, che insegna violino: “Nel corso di oltre vent’anni di carriera sono centinaia gli studenti che, sotto la nostra guida, hanno affrontato esami musicali di ogni livello: dalle certificazioni di solfeggio fino a esami di storia della musica, di ammissione a licei musicali e ai conservatori, persino all’Aural per il Trinity College di Londra”.
L’Accademia negli anni continua a crescere: oggi propone circa una cinquantina di corsi, distribuiti in cinque prestigiose sedi a Venezia, per un totale di 650 allievi ed una media di sessanta eventi l’anno sul territorio, che vanno dai saggi di classe di strumento individuale o canto, ai concerti degli allievi più dotati e brillanti, fino alle esibizioni dell’orchestra, dei numerosi ensemble, della corale femminile, per finire spettacoli teatrali che vedono coinvolti fino a cento coristi.
“L’Accademia negli ultimi anni ha intrecciato rapporti con molte istituzioni e realtà del territorio”, spiega Anna Patanè vicepresidente e referente organizzativo. “Ad esempio, al convitto nazionale Foscarini i nostri progetti sono inseriti nei piani di offerta formativa. L’Accademia è poi promotrice di un concorso nazionale “A tutto flauto”, che si svolge a marzo e che ogni anno vede partecipare flautisti in erba provenienti da tutta Italia. Negli anni ha realizzato eventi, tra gli altri in collaborazione con la fondazione Teatro la Fenice (operine teatrali per bambini) con il Comune di Venezia (eventi per gli itinerari educativi prima, per le città in festa poi) e con la Biennale (Carnevale internazionale dei ragazzi)”.
Peraltro, la dimensione dell’accademia veneziana ha travalicato i confini nazionali. Da quattro anni è infatti centro Trinity college London, uno degli enti musicali più importanti a livello mondiale, per la preparazione di certificazioni e diplomi musicali. A novembre prossimo saranno esaminati oltre 120 candidati, che ambiscono ad ottenere questi titoli. Nel 2019, due allievi dell’accademia sono stati premiati con il “London exibition award 2018”, premio assegnato ai migliori esami nel mondo.
Settore di punta della “Verdi” è infine il teatro musicale: crea operine e musical per gli studenti dei propri corsi con musiche scritte appositamente da compositori viventi. Tra quelle che hanno avuto più successo vanno citate “Tra fantasia e realtà. Le avventure di Don Chisciotte” tratto dal racconto di Cervantes nel 2016: ottenne il primo posto per l’Italia al concorso internazionale di composizione Ravel con la composizione “Dulcinea”. Due anni dopo, ecco “Cinema Future Show”, un soggetto originale che ha ottenuto la medaglia d’argento al premio “Primo”, il più ambito in Italia sul fronte dei musical originali.