Portare in tavola il bollito con la pearà, la pastissada de caval, il riso al tastasal o la soppressa con la polenta, potrebbe riservare uno sgravio fiscale ai ristoratori che si dedicano alla cucina tradizionale scaligera
Nel 2013 il Comune di Verona certifica l’elenco dei Ristoranti tipici di Verona, a tutela della cucina tradizionale scaligera.
I ristoranti insigniti della targa sono oggi 14: la Trattoria Tre Marchetti, l’Emanuelcafè, l’Osteria de la Renga, il ristorante Al Bersagliere, il ristorante Greppia, l’Osteria Verona Antica e l’Osteria Osei, già presenti dal 2013, a cui in questi giorni si sono aggiunti l’Osteria Dogana Vecia, l’Osteria dal Cavaliere, la Locanda Ristori, la Bottega del Vino, il Caffè Monte Baldo, Al Cameriere, e il Ristorante Scaligero.
L’assessore Francesca Toffali, che ha premiato nei giorni scorsi questi ristoranti perché “con i loro menù tipici contribuiscono a diffondere la tradizione culinaria veronese”, ha proposto di riconoscere a questi esercizi alcune agevolazioni fiscali. Si tratta di una riduzione della Tari, la Tassa sui rifiuti, che nel giro di dieci anni potrebbe essere diminuita fino al 50%. Inoltre, a sostegno di queste attività, sono previsti nuovi progetti, come la promozione e l’organizzazione di alcuni eventi e la creazione di un sito dedicato.
Per accedere alla lista dei Ristoranti tipici di Verona, ristoranti, trattorie, locande e osterie devono rispettare alcuni parametri che vanno dall’atmosfera, al menù, sino alla scelta delle materie prime.
«Gli interni devono far percepire al consumatore l’idea di un’atmosfera confortevole ed accogliente».
Nel menù «i piatti della cucina tradizionale scaligera devono rappresentare almeno il 50% dell’offerta gastronomica ed essere preparati prevalentemente nella cucina del locale, utilizzando il 50% di prodotti tipici della provincia di Verona o del Veneto ovvero di prodotto a chilometro zero». Anche la carta dei vini «deve privilegiare per almeno il 50 % le denominazioni e le aziende che producono e imbottigliano in provincia di Verona, e l’olio extravergine di oliva collocato sul tavolo deve essere prodotto in ambito locale».
Infine la Giunta comunale ha previsto una commissione per l’ammissione nell’elenco formata da rappresentanti della Confcommercio, della Coldiretti, dell’AIS, delle associazioni dei consumatori e da chef locali, che si occupa stillare una lista di piatti tradizionali.
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